La vita di un editore è molto diversa da come te la immaginavi?
È un lavoro molto piacevole, quando riesci a farlo diventare un lavoro, perché guadagnare vendendo libri è impegnativo, talvolta sembra impossibile. Ha tutte le noie di un’attività imprenditoriale (e in Italia è molto difficile, se non addirittura angoscioso, fare imprenditoria), ma ha la bellezza che solo le attività culturali possono avere.
Quali sono le maggiori difficoltà che incontra oggi un editore che parte dal basso?
La principale difficoltà è la credibilità. Le persone, quando comprano un libro, non investono solo soldi, ma soprattutto tempo. E il tempo da dedicare alla cultura o all’intrattenimento è sempre poco. Quindi perché dovrebbero investire il proprio tempo nel leggere un libro di un editore appena nato e di un autore sconosciuto? Se partiamo da progetti “dal basso” e non abbiamo denaro da investire è sempre tutto difficile. L’unico modo per crescere è portare avanti un progetto con idee chiare, e così pian piano si acquista la fiducia del lettore. Non bisogna mai avere l’ansia del successo immediato: è così bello il processo di crescita, non capisco perché molti lo vorrebbero saltare! Vale anche per gli autori: tutti vorrebbero vendere milioni di copie alla loro prima opera. Vorrebbero che il successo piovesse dal cielo e non fosse la conseguenza del loro impegno. Invece vedere mese dopo mese le cose andare sempre un po’ meglio ti fa capire che stai lavorando bene, e a ogni tua azione corrisponde un riscontro positivo.